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SALVIAMO LA NOSTRA TERRA - SAVE OUR EARTH (HEART)

Salviamo la nostra terra

Sono passati più di 30 anni dal discorso al mondo che la allora piccola Severn Cullis-Suzuki fece alle Nazioni Unite, accompagnato da sei minuti di silenzio e da un applauso convinto alla fine. L'unico effetto "tangibile" delle parole di una bambina che aveva poco più di 12 anni; non importa se quelle parole non furono scritte da lei. Il punto è che quel messaggio colpisce duro e dritto al cuore di un problema ancora da risolvere...


«Siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo» - «You are what you do, not what you say»...

Severn Cullis-Suzuki

Questo video è tratto da youtube all'indirizzo http://www.youtube.com/embed/oJJGuIZVfLM e racconta di una una bambina, al consiglio delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo, svoltosi a Rio De Janeiro nel giugno 1992. La ragazzina, allora dodicenne, si chiama Severn Cullis-Suzuki.

"All'età di 9 anni, mentre frequentava la scuola elementare di Lord Tennyson, fondò l'Environmental Children's Organization (ECO), un gruppo di bambini interessato a sensibilizzare i propri coetanei verso le problematiche ambientali. Nel 1992 Cullis-Suzuki raccolse fondi sufficienti per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro. Con i membri del gruppo Michelle Quigg, Vanessa Suttie e Morgan Geisler, la Cullis-Suzuki con un appassionato discorso presenta le questioni ambientali dal punto di vista dei giovani a una conferenza ONU, dove è stata poi applaudita dai delegati.
Il video è diventato una sorta di messaggio virale, popolarmente conosciuto come "La ragazzina che zittì il Mondo per 6 minuti".
Nel 1993 fu insignita del Global 500 Roll of Honour dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente. "
Tratto da Wikipedia

Se questa ragazzina fosse tua figlia e ti ponesse queste domande, queste riflessioni, queste aspettative per il futuro, cosa potresti risponderle? Cosa riusciresti a dire per rassicurarla? E del suo futuro, cosa le prometteresti? Noi tutti dovremmo riflettere attentamente per cambiare assieme il nostro stile di vita per realizzare un mondo migliore da lasciare ai nostri figli.
Un piccolo passo indietro da adulto, porterebbe un grande speranza per le generazioni future.
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Ma perchè allora non si è fatto ancora nulla o poche sporadiche azioni per risolvere il problema? Perché, da una parte, si risolve un problema e dall'altra viene provocato un disastro simile o peggiore? Il motivo è semplice: gli adulti parlano, ascoltano e pianificano, ma quando devono fare qualcosa senza poter guadagnare nel breve termine, tendono a "dimenticare" le promesse o ti fanno credere di portare avanti un progetto dilazionandolo nel tempo.
I bambini e i ragazzi, invece, quando prendono a cuore un problema, cercano di risolverlo con le loro poche forze anche senza l'aiuto degli adulti: e spesso le piccole forze unite assieme diventano una valanga inarrestabile che gli adulti non possono evitare. Se questa forza esce fuori da quando sono piccoli è molto probabile che duri per molto tempo.
Per questo noi adulti dobbiamo insegnare loro il rispetto della Natura e di tutto ciò che ci offre la nostra Madre Terra.


Questo è il testo del suo discorso, ancora più attuale oggi di allora...

Italiano

Buonasera,

sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte: Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5mila miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire.

Venendo a parlare qui non ho un'agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un'elezione o alcuni punti sul mercato azionario.

Sono qui per parlare a nome delle generazioni future. Sono qui per parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui per parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più alcun posto dove andare.

Ho paura di uscire fuori al sole a causa dei buchi nell'ozono, ho paura di respirare l'aria perché non so quali sostanze chimiche contiene.
Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori. E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre.

Nella mia vita ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo. Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose?

Tutto questo sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chiedo se siete coscienti del fatto che non le avete neppure voi. Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c'è un deserto.
Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore, smettete di distruggerlo.

Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d'affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii, e tutti voi siete anche figli.

Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone - in realtà, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà.
Sono solo una bambina ma so che dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo, per raggiungere un solo scopo.

Nella mia rabbia non sono cieca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo quello che sento.

Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi. Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po' della nostra ricchezza.
In Canada viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d'acqua, di cibo, di case; abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni. La lista potrebbe andare avanti per due giorni.

Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati mentre trascorrevamo un po' di tempo con i bambini di strada. Questo è quello che ci ha detto un bambino di strada: «Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore e affetto».
Se un bimbo di strada che non ha niente è disponibile a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi? Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un Paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che potrei essere uno dei bambini che vivono in una favela di Rio, o uno dei bambini che muoiono di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India.

Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, a eliminare la povertà e a siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa Terra!

A scuola, persino all'asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari.
Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? Vi siete scordati lo scopo di queste conferenze, perché le state facendo? Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere.
I genitori dovrebbero poter consolare i figli dicendo: «Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio». Ma non credo che voi possiate dirci ancora queste cose. Siamo davvero nella lista delle vostre priorità?

Mio padre dice sempre che «siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo». Bene, quello che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole.

Grazie

English

Hello,

I'm Severn Suzuki, speaking for ECO, the Environmental Children's Organization. We're a group of 12- and 13-year-olds trying to make a difference - Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quigg and me. We've raised all the money to come here ourselves, to come 5,000 miles to tell you adults you must change your ways.

Coming up here today, I have no hidden agenda. I am fighting for my future. Losing my future is not like losing an election or a few points on the stock market.

I am here to speak for all generations to come. I am here to speak on behalf of the starving children around the world whose cries go unheard. I am here to speak for the countless animals dying across this planet because they have nowhere left to go.

I am afraid to go out in the sun now because of the holes in our ozone. I am afraid to breathe the air, because I don't know what chemicals are in it. I used to go in - I used to go fishing in Vancouver, my home, with my dad, until just a few years ago we found the fish full of cancers. And now we hear of animals and plants going extinct every day, vanishing forever.

In my life, I have dreamt of seeing the great herds of wild animals, jungles and rainforests full of birds and butterflies, but now I wonder if they will even exist for my children to see. Did you have to worry of these things when you were my age?

All this is happening before our eyes, and yet we act as if we have all the time we want and all the solutions. I'm only a child, and I don't have all the solutions, but I want you to realize, neither do you. You don't know how to fix the holes in our ozone layer. You don't know how to bring the salmon back up a dead stream. You don't know how to bring back an animal now extinct. And you can't bring back the forests that once grew where there is now a desert. If you don't know how to fix it, please stop breaking it!

Here, you may be delegates of your governments, business people, organizers, reporters or politicians. But really, you're mothers and fathers, sisters and brothers, aunts and uncles. And all of you are someone's child.

I'm only a child, yet I know we are all part of a family, five billion strong - in fact, 30 million species strong. And borders and governments will never change that. I'm only a child, yet I know we are all in this together and should act as one single world towards one single goal.

In my anger, I am not blind, and in my fear, I am not afraid of telling the world how I feel.

In my country, we make so much waste, we buy and throw away, buy and throw away, buy and throw and away. And yet, northern countries will not share with the needy. Even when we have more than enough, we are afraid to share, we are afraid to let go of some of our wealth. In Canada, we live the privileged life, with plenty of food, water and shelter. We have watches, bicycles, computers and television sets. The list could go on for two days.

Two days ago here in Brazil, we were shocked when we spent some time with some children living on the streets. This is what one child told us: "I wish I was rich. And if I were, I would give all the street children food, clothes, medicines, shelter, and love and affection." If a child on the streets who has nothing is willing to share, why are we who have everything still so greedy?

I can't stop thinking that these are children my own age, that it makes a tremendous difference where you are born, that I could be one of those children living in the favelas of Rio, I could be a child starving in Somalia, or a victim of war in the Middle East or a beggar in India. I am only a child, yet I know if all the money spent on war was spent on finding environmental answers, ending poverty, and finding treaties, what a wonderful place this earth would be.

At school, even in kindergarten, you teach us how to behave in the world. You teach us to not fight with others, to work things out, to respect others, to clean up our mess, not to hurt other creatures, to share, not be greedy. Then why do you go out and do the things you tell us not to do?

Do not forget why you're attending these conferences, who you're doing this for: we are your own children. You are deciding what kind of a world we are growing up in. Parents should be able to comfort their children by saying, "Everything's going to be all right," "It's not the end of the world," and "We're doing the best we can." But I don't think you can say that to us anymore. Are we even on your list of priorities?

My dad always says, "You are what you do, not what you say." Well, what you do makes me cry at night. You grown-ups say you love us. But I challenge you, please, make your actions reflect your words.

Thank you.



Fonte web: https://www.fdonet.com/salviamo-la-nostra-terra.aspx